Il Cavallo del Granduce di Toscana

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Rossi, «in certi momenti la condivisione e la partecipazione si scontrano con la necessità di assicurare la tempestività degli atti di governo»

Il problema è che “certi momenti” sono diventati lo standard. Non c’è nessuna lotta pregiudiziale da parte nostra nei confronti di Rossi e del PD, verso i quali abbiamo dimostrato da sempre di voler cercare il dialogo chiedendo che ci venissero riconosciuti i sacrosanti diritti sanciti proprio dalle Leggi Regionali sulla “condivisione e partecipazione”.

Nessuno si auspica che il Granduce di Toscana cada vittima di quello stesso Cavallo di Battaglia grazie al quale seppe entrare a Firenze e prendersi la Regione. Ma tutti sperano che la magistratura e i blitz della GdF facciano finalmente chiarezza, e che alla fine di questo percorso non siano i “buoni” a dimettersi uno dopo l’altro, ma siano i “responsabili” a pagare.

Dice il segretario regionale del PD Manciulli che «essere la prima regione del Pd ci dà una grande responsabilità, che dobbiamo cercare di esercitare con saggezza per rappresentare un ruolo di guida per le comunità. Il personalismo e il leaderismo eccessivo non sempre corrispondono con la responsabilità. Il Pd lavorerà perché invece alla fine corrispondano»
Più che alla fine il PD dovrebbe lavorare perché le responsabilità vengano assunte fin dall’inizio. E poi, col suo nome che evoca “democrazia”, sarebbe ora che abbandonasse questo atteggiamento destrorso del leader maximo e mettesse in pratica politiche di “partecipazione e condivisione”, che aborrono la delega delle scelte ad un solo Gran Visir.

Per quanto riguarda il Presidente, le sue responsabilità amministrative sono già lampanti. Il fatto di essere stato già 10 anni assessore alla salute e – ancora peggio – di aver trasferito dopo il maxibuco il direttore ASL di Massa a Pistoia invece di estrometterlo da ogni incarico di responsabilità parla chiaro: troppi errori commessi proprio nel suo campo. Il suo Cavallo di Battaglia si sta trasformando in un Cavallo di Troia. E a bruciare non sono i suoi “troiai” ma i nostri quattrini.

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