AMICI: Per noi isolani di montagna quale io sono, la spiaggia ha spesso significato un break dal lavoro estivo. Prendere il motorino e raggiungere altri amici in spiaggia anche solo per un’oretta, spesso il punto di ritrovo coincide con un altro amico al lavoro, noleggiatore di surf o di ombrelloni. Combriccola.
BIRRA: Sotto l’ombrellone arrivano turisti a chiedere i prezzi, mentre noi bivacchiamo trincando fresche birre, che col caldo estivo hanno un effetto doppio. Bukowski.
CANNA: Spesso in alternativa alla birra i giovani elbani prediligono qualcosa di piu’ bio e new age, una strana sigaretta fatta a mano con ingredienti tutti da verificare, da nascondere saggiamente ad ogni avvicinarsi estraneo. Skunk.
DOPPIO LEGAME: Se da una parte il fascino della spiaggia è irresistibile, dall’altra quando ci siamo non vediamo l’ora di andarcene a casa a farsi una bella doccia fresca. Una situazione immancabilmente schizoide, soprattutto per noi che col mare conviviamo. Bateson.
EPIC FAIL: Come tacere delle nostre escursioni di caccia? Quando da ragazzi la spiaggia si trasformava in terreno di conquista, che il 99% delle volte si concludeva con epici fallimenti. Tipo “do you speak english” detto ad una avvenente biondina in topless che lasciava rispondere in sua vece un bruto fustacchione burino “a bbello! vedi d’annattene”. Coatto.
FILOSOFIA: Per me, come per Enrico, la spiaggia è stata spesso una biblioteca a cielo aperto. Fra tutti i libri forse il piu’ adatto rimane una bella biografia di Pitagora. Animista.
GIRO IN PEDALO’: Uno dei momenti piu’ folli e indimenticabili della spiaggia è paradossalmente legato all’allontanamento da essa. Il giro in pedalò (o pattìno) è strepitoso, soprattutto se a bordo si supera il numero di passeggeri consentito dalla legge. Per me, il giorno che ci hanno abbordato i delfini rimarrà come una perla preziosa nella mia memoria in eterno. Panenteista.
HALOA: La mia amica hawaiiana Mo faceva la fotografa di surfisti. Le foto che mi mostrava mi affascinavano ma mi facevano capire definitivamente di essere un vile pantofolaro. Il tubo nell’onda è una di quelle poche cose che non mi apparterranno mai. Ecco, se dovessi autodefinirmi per esclusione direi che sono “quello che potrebbe fare di tutto tranne surfare”. Vigliacco.
INDECENZA: Trovo che i miei compaesani italiani spesso abbiano un concetto di indecenza totalmente diverso dal mio. Io per esempio trovo indecente che uno non si tolga gli occhiali da sole mentre gli parli. Loro trovano indecente o quantomeno ridicolo un corpo non abbastanza abbronzato. Io trovo indecente che alcuni si cospargano con chili di creme solari e poi facciano il bagno profumando e oleando la superficie del mare. Loro trovano indecente che un tedesco si cambi il costume senza preoccuparsi di essere visto nelle parti intime. Protestante.
LAGO: Avete mai fatto il bagno in un lago? A me ha sempre fatto paura, tranne una volta in Australia, sul Lake McKenzie. Perché? Perché è un lago di sabbia bianca e si vede bene il fondo. Certo però che la sensazione di galleggiamento è inquietante; l’acqua dolce non fa per noi mediterranei… Gommone.
MASTURBAZIONE: Uno dei posti piu’ belli della mia isola è senz’altro la scogliera di Seccheto, detta Le Piscine. Non ho assolutamente nulla contro la cultura del nudismo che lì si pratica. Quello che mi tiene a distanza da quel posto meraviglioso sono i guardoni. Appostati tra la macchia soprastante, con tanto di binocoli, si masturbano selvaggiamente guardando la gente nuda. Un altro retaggio della subcultura latino-cattolica: il voyeurismo. Odio!
NO: Esiste un posto dove si pronuncia così spesso questo monosillabo potente? Fateci caso, in spiaggia si può anche parlare poco, ma una delle parole piu’ diffuse è senza dubbio “no”. Dalla mamma che lo grida al bimbo che schizza sabbia sui vicini, al signore che lo dice al vucumprà con gli asciugamani a 10 euro, da quello piu’ semplice a qualsiasi proposta agitprop di giocare a racchette, a palla, o fare una pista per le biglie o un castello di sabbia. No.
OBLIO: Ci sono luoghi e momenti in cui vorremmo essere smemorati e lasciare fuori i pensieri che ci assillano. La spiaggia è uno di questi luoghi-momenti. Bisogna saperci stare in spiaggia, anche per rispetto degli altri. Trovo insopportabili quelle coppie che trovano il modo di litigare in spiaggia e ti costringono a sopportare i loro problemi. Ci vuole rispetto, come in chiesa. Silenzio.
PROPRIETA’: Quello che molti non sanno è che la spiaggia non è mai di proprietà. La spiaggia è sempre e comunque un luogo pubblico. E per questo ci batteremo sempre. Il suolo è di tutti, e trovo insulso che si diano delle concessioni, spesso solo per voto di scambio, per creare un redditizio posto di lavoro al bimbo bello di mamma che non ha voluto o saputo studiare e imparare un mestiere. Mi scuso con gli amici che vivono di questo, non dico che sia colpa loro. Dico che in spiaggia dovrebbero esserci sì dei noleggi di ombrelloni e sdraio, ma che questi vadano posizionati solo all’uso. Ma avete mai notato la differenza abissale di bellezza che c’è tra la stessa spiaggia prima e dopo che sono stati messi gli ombrelloni? Libertà.
QUALE: Ormai sono sempre meno un frequentatore di spiagge e sempre piu’ un consulente. Ai miei amici e ospiti in B&B faccio piani dettagliati studiati su misura in base alla loro personalità e al periodo dell’anno. Ormai sono quasi infallibile nel trovare sulle circa 160 spiagge quelle ad hoc. Saputello.
RIPASCIMENTO: E’ quando si pompa la sabbia dal fondo per riportarla sulla spiaggia. Il risultato spesso è pessimo. La sabbia di fondo infatti fa parte di un diverso ecosistema, è bagnata, e quando la si riporta in superficie rovina anche la consistenza di quella già presente. Risultato: spiagge famose per il grano della loro sabbia diventano piu’ grandi, ma melmose. Business.
SALE: A volte vado in spiaggia a scopo terapeutico esfoliante. Trovo di grande giovamento, soprattutto per i miei poveri piedi costretti dal gelido inverno in calzettoni e scarponi, respirare e purificarsi, grazie al sale, la miglior pedicure. Autoestetista.
TETTE: Un ottimo passatempo con gli amici era quello di valutare le tette. Consistenza, forma, dimensioni, armonia con il resto del corpo, adeguatezza alla persona. Sembra un hobby stupido, ma noi lo facevamo come si fa con i quadri nei musei. Spesso venivano fuori vere e proprie teorie scientifiche sulla vita privata del soggetto. Un po’ come Moretti con le scarpe. Fisiognomica.
ULTIMA: Essere all’ultima spiaggia. Ancora una volta un modo di dire cinematografico nato dalla creatività dei traduttori italiani. Il titolo originale del film di Stanley Kramer del 1959 era infatti “On the beach”, e narrava di un’ultima spiaggia in cui trovare riparo da un disastro atomico. Apocalittico.
VERITA’: Mettere a nudo le cose è sinonimo di scoprirne la verità essenziale. Buddha dice che “tre cose non possono rimanere nascoste a lungo: il sole, la luna e la verità”. Ecco, in spiaggia ci si mette a nudo. La spiaggia è verità. Disvelamento.
ZATTERA: Non c’è niente di piu’ finto dell’accostamento di queste due immagini: zattera e mare. Devo ammettere con grandissima delusione che vivere su un’isola e non aver mai visto una zattera è sintomatico di quanto il cinema e la letteratura siano distanti dalla realtà. Prendo atto.
Autorizzo Trippando nella persona di Silvia Ceriegi alla pubblicazione di questo testo, cedendogliene tutti i diritti. In fede, Angelo Mazzei Di Poggio
Tra tutti gli ABC saltati fuori questo è Number ONE!!!!!!!!!!!!! complimenti, Monica
Angelo, il mio Amico Angelo, è proprio una persona interessante.
Di quelle che ti fan essere orgoglioso di essere umano.
Grazie, Amico mio…
Pace e bene…